© Ticino Tourism / Enrico Pescantini

Svizzera italiana, terra di ispirazione letteraria

Svizzera italiana e letteratura: tre citazioni letterarie che forse non conoscevi, e che sono ambientate tra laghi e montagne. Un itinerario a parole ispirato da una guida letteraria nata nella Svizzera italiana, alla scoperta di tre luoghi simbolo della regione: il Lago Maggiore, quello di Lugano e il Passo del San Gottardo.

Hemingway e il Lago Maggiore

Una grande diversità di paesaggi racchiusa nell’arco di pochi chilometri: è questo uno dei punti forti della Svizzera al sud delle Alpi. Sommata all’italianità, tratto sia linguistico che culturale, questa caratteristica incorona la regione tra le più idilliache di tutto il Paese. Basti pensare al Locarnese, dove in soli 35 chilometri si passa dal punto più basso della Svizzera, le Isole di Brissago a 193m, al villaggio Walser di Bosco Gurin e al Pizzo Biela con i suoi 2864m. 

© Switzerland Tourism / Ivo Scholz

Questo paesaggio non ha lasciato indifferenti centinaia di autori letterari che, rapiti dal suo fascino, hanno scelto la Svizzera italiana come sfondo delle loro narrazioni, ambientandovi racconti di amore e di guerra, viaggi mistici, diari autobiografici, o ancora poesie melanconiche. Lo sapevi ad esempio che Ernest Hemingway, insignito del premio Nobel per la letteratura nel 1954, era un habitué del Lago Maggiore? E che i protagonisti del suo capolavoro Addio alle armi, il soldato Frederic Henry e l’infermiera Catherine Barkley, si sono tratti in salvo a Brissago? In fuga dalla polizia militare con l’accusa di diserzione dal fronte di Caporetto, che durante la prima guerra mondiale aveva visto affrontarsi gli eserciti austro-ungarico e tedesco contro il Regio Esercito italiano, gli innamorati sono infatti costretti a varcare il confine su una barca, di notte, sotto la pioggia. Per fortuna ad accoglierli vi è questo villaggio svizzero di pescatori: 

Ora era certo che eravamo in Svizzera. C'erano molte case tra gli alberi dietro la riva e un po' discosto dalla riva c'era un villaggio con le case di pietra, qualche villa sulla collina e una chiesa. (...) Era un villaggio simpatico. C'erano molte barche da pesca lungo la banchina e reti stese sui rastrellieri. (...) Spinsi forte sul remo sinistro e mi avvicinai. Poi mi raddrizzai quando fummo vicino alla banchina e portai la barca ben aderente al muro. Rientrai i remi, afferrai un anello di ferro, scesi sulla pietra bagnata ed ero in Svizzera.

Ernest Hemingway, «Addio alle armi», 1929

 

Borges: dall’Argentina a Lugano 

Non solo Lago Maggiore: la Svizzera italiana è attraversata da torrenti, fiumi, costellata di laghetti alpini e grandi laghi transfrontalieri. Tra questi specchi d’acqua incastonati tra le montagne è il Ceresio a rimanere impresso nella mente, e nella penna, di un giovanissimo Jorge Luis Borges. Lo scrittore e poeta di origine argentina era appena diciottenne, quando nel 1918 si trasferì con la famiglia a Lugano. Presso l’Hotel du Lac trascorse l’anno seguente e una delle sue attività preferite era uscire in barca con la sorella Norah. Questo soggiorno è avvenuto prima dell’esordio letterario che lo avrebbe portato a diventare uno dei più apprezzati narratori fantastici.

Accanto alle parole che detto ci sarà, credo, l'immagine di un grande lago mediterraneo con lunghe e lente montagne e il riflesso rovesciato di queste montagne sul grande lago. Questo, certamente, è il mio ricordo di Lugano, ma ce ne sono anche altri. Uno, di un mattino non troppo freddo del novembre del 1918, quando mio padre ed io leggemmo, su una lavagna, in una piazza quasi vuota, parole scritte col gesso che annunciavano la resa degli Imperi Centrali, cioè la desiderata pace. Entrambi tornammo in albergo ed annunciammo la buona notizia (non c’era il radiotelefono allora) e brindammo non con lo champagne ma con rosso vino italiano.

Jorge Luis Borges, «Atlante», 1984

Morcote
Lago di Lugano: questo paesaggio ha ispirato numerosi autori letterari, che a loro volta hanno portato nuovi sguardi sulla città. 
© Switzerland Tourism / david&kathrin Photography and Film GmbH

 

Il Grand Tour di Dickens

Accanto ai due grandi laghi, più a nord, il San Gottardo è conosciuto come la porta delle Alpi. Tra il XVIII e il XIX secolo, era uno dei punti forti del «Grand Tour», un viaggio attraverso l’Europa continentale intrapreso dagli aristocratici a scopo formativo. Lungo il percorso, i viaggiatori scoprivano luoghi, si confrontavano con culture e lingue, acquisendo nuove conoscenze sulla storia, la geografia, l’arte, ecc. Nel 1845 anche Charles Dickens, la penna che ha dato vita ad esempio a Oliver Twist e David Copperfield, si è imbarcato nel suo «Grand Tour». La sua doveva essere più che altro una vacanza dal mestiere di scrittore. Intento fallito. L’inglese non riuscì a stare lontano dalla sua penna e produsse numerose lettere indirizzate al suo futuro biografo John Forster. Di ritorno a Londra, Dickens recuperò poi questo materiale per pubblicarlo sotto forma di diario di viaggio. 

Siamo passati per il San Gottardo, che è rimasto aperto solo otto giorni. La strada taglia per la neve e la carrozza è dovuta serpeggiare lungo uno stretto passaggio scavato tra due massicce pareti di neve, alte sei metri e più. Vaste distese di neve ricoprono i fianchi delle montagne sopra la strada, che si innalza a milleduecento metri di altitudine sopra il livello del mare. Un po' dappertutto si vedono tremende cascate che, per la forte spinta delle correnti, sbozzano arcate e scendono rombando da precipizi in profondi abissi. L'azzurro dell'acqua squarcia il bianco della neve con un'orrida bellezza che è quanto di più sublime.

Charles Dickens, «Lettere dall'Italia», 1845 

 

La Guida letteraria della Svizzera italiana 

Oltre che per Hemingway, Borges e Dickens, la Svizzera italiana è stata terra d’ispirazione per altre centinaia di autori che hanno prodotto migliaia di testi letterari. Questi scrittori hanno portato il loro sguardo personale sul territorio e hanno così veicolato un’immagine originale della Svizzera italiana nel mondo. Dalle recensioni in stile «blog di viaggio» di Samuel Butler, che nell’Ottocento parla dell’Hotel Mendrisio, «tenuto dalla Signora Pasta», come «insuperabile quanto a comodità», all’Ascona che per Eugenio Montale è una «Capri nordica». Il punto di accesso a questo immenso patrimonio culturale è la Guida letteraria della Svizzera italiana, un progetto dell’Ufficio dell’analisi e del patrimonio culturale digitale del Cantone Ticino. Come? Attraverso una mappa letteraria e una serie di fascicoli tematici. 

Literary guide booklets
I fascicoli della Guida letteraria della Svizzera italiana, con itinerari ispirati in ciascun distretto, si possono consultare gratuitamente nella Biblioteca digitale del Cantone Ticino.  
© Ufficio dell’analisi e del patrimonio culturale digitale del Cantone Ticino

 


La Svizzera italiana in letteratura: 

  • 2327 citazioni
  • 652 autori
  • 324 luoghi

sono stati recensiti nella Guida letteraria della Svizzera italiana, iniziativa che beneficia del sostegno dell'Aiuto federale per la lingua e la cultura italiana.