Alver: Protein Sauce

Nutrire il pianeta con le alghe

L’imprenditrice, con una formazione in ingegneria, ha lasciato il posto di direttrice della ricerca e dello sviluppo delle proteine presso Nestlé per creare la propria startup e ritiene che l’alimentazione del futuro sarà una microalga che è riuscita a far crescere al buio.

Per ottimizzare i tempi la fondatrice di Golden Chlorella ha fissato il nostro appuntamento alla Scuola alberghiera di Losanna. «Poi devo incontrare un gruppo di studenti che sta preparando una tesi sulla mia azienda. Stiamo cercando di espandere le vendite a livello internazionale», spiega mentre camminiamo nei corridoi dell’edificio che brulica di giovani di ogni nazionalità. Poco dopo trova un’aula libera.

Mine Uran

Mine Uran è una donna dallo spirito pragmatico, che non si tira indietro. Quando le viene un’idea procede convinta ed evita qualsiasi deviazione che potrebbe distoglierla dalla meta. Per questo non ha tergiversato quando ha deciso di lasciare Nestlé mentre era ancora a capo della ricerca e dello sviluppo delle proteine. «Ho avuto la mia crisi di mezza età. Buttarmi mi ha sempre fatto bene», dice scoppiando a ridere. «Volevo fare qualcosa di veramente utile per la società e l’ambiente».

10 miliardi di individui da nutrire

Cresciuta a Istanbul e ingegnere di formazione, Mine Uran vuole proporre una soluzione alla crisi alimentare che si profila per il 2050. «Tutti gli esperti sono allarmati. Non si potranno fornire proteine a sufficienza ai 10 miliardi di persone che popoleranno il pianeta da qui a trent’anni. Come sarà possibile nutrirsi se le terre coltivabili diminuiscono?», si chiede Mine.

In numerosi rapporti dei governi, ma anche in un articolo pubblicato in gennaio sulla rivista medica The Lancet, gli esperti stimano che sarà necessario dimezzare il consumo mondiale di carne rossa e di zucchero e raddoppiare quello di frutta, verdura e frutta secca.

Ma secondo Mine Uran questo non sarà sufficiente. L’imprenditrice propone una soluzione che non prevede insetti, soia o piante oleaginose e che attinge direttamente dal mare. Infatti, Mine ha individuato una microalga invisibile a occhio nudo che fa parte della famiglia della clorella dorata. È riuscita a farla crescere al buio all’interno di alcune bacinelle, impedendole di sviluppare il suo colore verde, dovuto alla clorofilla, e il gusto amaro. «Il processo è analogo a quello che avviene in un birrificio. Attualmente la clorella fermenta in una fabbrica situata in Portogallo», afferma. Ne fuoriesce un liquido che, in un secondo momento, viene seccato e poi ridotto a una polvere giallastra e senza gusto.

Alver: Super Protein Pulver

Una bistecca contiene il 25% di proteine. Il resto è costituito da grassi, fibre e glucidi

- Mine Uran

«La clorella ha il vantaggio di contenere non solo il 63% di proteine, ma anche vitamina B1, B2 e B6 in abbondanza, minerali, calcio, ferro, magnesio, fosforo e zinco. Produrla richiede 44 volte meno acqua e 41 volte meno terre coltivabili, inoltre emette il 36% di CO2 in meno rispetto all’equivalente di origine animale», precisa con entusiasmo Mine Uran. Una bistecca contiene il 25% di proteine, il resto è costituito da grassi, fibre e glucidi».

«Stiamo correndo un rischio enorme»

Convinta dalla sua scoperta, Mine Uran deposita un brevetto su questa tecnologia. Una persona assume un ruolo decisivo nella sua vita, incoraggiandola a lasciare la comoda posizione presso Nestlé per creare la sua startup. Si tratta di Majbritt Byskov-Bridges, un’economista che ha fatto carriera nella finanza e nei fondi sostenibili e che Mine ha incontrato qualche anno prima in occasione del Women International Network a Roma.

«Stiamo correndo un rischio enorme. Ma ogni tanto nella vita ci sono delle opportunità che coincidono con le proprie convinzioni», afferma Mine Uran, lanciando un’occhiata complice alla cofondatrice. La startup Golden Chlorella e il relativo marchio, Alver, nascono nel 2016. Una campagna di crowdfunding sulla piattaforma Raizers permette di raccogliere 288’000 franchi.

Oggi la startup svizzera realizza un fatturato di 300’000 franchi e commercializza i prodotti sul suo sito Internet nonché in decine di farmacie e alimentari specializzati. La polvere viene venduta «pura» o integrata a pasta, zuppe, barrette di cereali o sughi. Nel suo lavoro Mine collabora anche con partner come Takinoa o Manor, che utilizzano il prodotto per preparare alcuni dei loro piatti.

Alver: Barrette di cereali

Bistecche e müsli a base di alghe

«Con il Politecnico federale di Zurigo stiamo realizzando una bistecca a base di clorella dorata. A marzo proporremo anche un müsli», annuncia Mine, che è vegetariana e spera di convincere non solo i vegani, ma anche i flexitariani (ovvero coloro che mangiano meno carne o pesce senza però essere vegetariani), e aggiunge poi con una nota di impazienza: «Esporteremo presto i nostri prodotti in Germania e in Gran Bretagna».

Mine conosce bene la Germania, dove ha studiato ingegneria. «Sono stata molto sorpresa di constatare che ero la sola donna in aula. A Istanbul, all’Università del Bosforo, nelle sezioni di matematica e fisica c’erano tante ragazze quanti ragazzi».

Un Paese in piena «crisi adolescenziale»

Mine Uran e sua sorella sono cresciute in un ambiente egualitario e moderno. «I miei genitori non mi hanno mai ostacolata, mi hanno sempre incoraggiata a studiare. Loro stessi sono cresciuti in una Turchia con a capo Mustafa Kemal Atatürk, un presidente che ha dato alle donne il diritto di voto e introdotto la laicità nella Costituzione. La mia infanzia è stata sicuramente più moderna di quella di molti europei», afferma Mine. L’imprenditrice torna regolarmente nel Paese d’origine, che a suo parere sta attraversando una «crisi adolescenziale».

Oggi vive a Chardonne ed è madre di tre ragazzi, ma non ha mai smesso di lavorare: il suo percorso l’ha portata da Unilever a DuPont, passando per Nestlé. «Fermarmi per dedicarmi interamente a crescere i miei figli sarebbe stato uno spreco», dice senza giri di parole, per poi precisare scherzando: «Ma mi sono sempre occupata per bene dei miei ragazzi, cucinando piatti equilibrati. E la prova è che oggi sono tutti più alti di me».

Profilo

2016 Creazione di Golden Chlorella

2013 Assunzione presso Nestlé, alla direzione della ricerca e dello sviluppo delle proteine

1998 Arrivo presso DuPont 

Articolo pubblicato su Le Temps.

L'autore: Ghislaine Bloch