Cinque gruppi che hanno segnato il rock svizzero
La Svizzera, terra di decibèl, di riff e di grida? Cinque gruppi che lo provano:
Krokus
Non c’è sicuramente un gruppo migliore dei Krokus per illustrare la scena rock svizzera. Un riferimento floreale inoffensivo, ma solo in apparenza – lo si vedrà più avanti –, un luogo di origine con l’aspetto di un borgo tranquillo – Soletta –, ma un percorso fenomenale che li ha portati ai quattro angoli del mondo. Formatisi nel 1975, i Krokus sono una vera e propria leggenda, sullo stesso piano, o quasi, delle formazioni più mitiche dell’hard rock, come gli AC/DC e i Van Halen. Cittadini d’onore, scusate se è poco, della città di Memphis, hanno venduto più dischi di qualsiasi altro gruppo svizzero (15 milioni) e sono stati i primi artisti a riempire l’Hallenstadion, tempio dei megaconcerti indoor di Zurigo. Anche se si sono esibiti più di 2000 volte, continuano a fare tournée.
Celtic Frost
È difficile fare più rock dei Celtic Frost! Nato nel 1984, inizialmente con il nome di Hellshammer, il gruppo zurighese ha fatto della Svizzera, in soli nove anni di carriera e dopo aver pubblicato cinque album imprescindibili, uno dei centri della musica metal radicale ed estrema, soprattutto grazie alle loro infuocate esibizioni oltreoceano. Si racconta che il gruppo cult brasiliano Sepultura sia stato ispirato sia dall’energia sia dall’estetica gotica di questa formazione, che ha illustrato la copertina del suo primo album – «To Mega Therion» – con un’opera dell’artista di fantascienza H.R. Giger. Riunitisi nel 2001, i Celtic Frost si sono separati definitivamente nel 2008, lasciando dietro di loro una traccia indelebile. Un’influenza considerevole!
Grauzone
«Ich möchte ein Eisbär sein (…)». Chi non ha mai danzato sulle note del brano di successo «Eisbär» («Orso polare») uscito nel 1981, con il suo ritmo disco frammezzato da ritorni di suono, da grida stridenti di sassofono e da parole assurde? Nato a Berna nel 1980 e composto all’inizio dal batterista Marco Repetto e dal bassista GT – Christian Trüssel –, il gruppo Grauzone è stato uno dei meno longevi: dieci concerti, un solo e unico album, quattro single e nient’altro. Non è solo la presenza della futura star Stephan Eicher e di suo fratello Martin che ha fatto di questa meteora post-punk un gruppo noto in tutto il mondo. Pezzo simbolo della contestazione zurighese formatasi intorno alla Rote Fabrik, il solo «Eisbär» ha venduto oltre 500 000 copie, in un panorama musicale allora dominato da Phil Collins, Kim Wilde o Soft Cell. Un’impresa straordinaria!
The Young Gods
Pilastro della scena alternativa, personaggio dell’attivismo ginevrino, leader di una formazione postindustriale e vincitore del primo premio svizzero di musica istituito dalla Confederazione nel 2014, Franz Treichler è l’incarnazione del rock svizzero di ieri, di oggi e di domani. Circondato soprattutto da Cesare Pizzi e Bernard Trontin, il friburghese ha oltrepassato i limiti del genere per avventurarsi nei meandri dell’elettronica e della musica industriale. Formatisi nel 1985 e tuttora attivi, i The Young Gods non arretrano davanti ad alcuna sfida e non disdegnano nessuna collaborazione artistica, che si tratti di danza contemporanea, cinema o teatro. Prodotto dall’etichetta discografica nord-americana Interscope e autore di una decina di album, questo gruppo, che ha effettuato migliaia di concerti e di tournée internazionali, è stato lodato sia da Nine Inch Nails sia da David Bowie. Un libro di quasi 800 pagine che ripercorre questa carriera esemplare è appena stato pubblicato («Documents 1985–2015») dalla casa editrice La Baconnière.
Gotthard
Asse strategico tra il Nord e il Sud dell’Europa, culla della Confederazione e luogo di resistenza, il massiccio del San Gottardo racchiude numerosi simboli, come i suoi tunnel, i suoi punti di difesa ... ma anche il suo ponte del Diavolo. È questo insieme di riferimenti o semplicemente il gioco di parole tra Gott (Dio in tedesco) e hard, che ha spinto questo gruppo alle prime armi a passare dal nome di Krak a quello di Gotthard? Siamo nel 1989 a Lugano, città più grande del Ticino, ma già a priori esotica per chiunque immagini un destino planetario per un gruppo di hard rock. Eppure dal 1993 la formazione fondata da Massimo Leoni trionfa molto rapidamente e conquista le maggiori scene d’Europa. Dotato di grande personalità, il cantante Steve Lee morirà nel 2010 in un incidente di moto nel Nevada, un tragico evento che tuttavia non piegherà il gruppo. Con Nic Maeder al microfono, i Gotthard, che hanno venduto milioni di album, continuano a suonare successi come «Heaven» o «One Live one Soul».
E gli altri:
Dai vallesani Samael, pionieri del metal industriale (formatisi nel 1987), al trio thrash metal zurighese attivo negli anni 1980 Coroner, passando per il gruppo bernese ironicamente chiamato Züri West (nato nel 1984) e figura principale di un rock cantato in svizzera tedesca, il panorama svizzero comprende musicisti dagli orientamenti più svariati. Si potrebbe anche citare il Reverend Beat-Man, cantore unterground del rock garage e psychobilliy e fondatore della mitica etichetta Voodoo Rhythm, ma anche altri gruppi come i Favez di Losanna, che hanno creato il loro pop rock con molto successo negli anni 2000 o ancora i musicisti (iper)attivi che compongono il gruppo di math rock Honey For Petzi, nato nel 1995, e hanno avviato progetti con, tra l’altro, Larytta o Bombers. Sono da menzionare anche i basilesi Lovebugs e il loro britrock di successo, che hanno collaborato con Lene Marlin o Sarah Bettens. Per concludere, raccomandiamo la serie di opere curate da Lurker Grand e pubblicate dalla casa editrice Patrick Frey a Zurigo, in particolare Hot Love, libro dedicato ai movimenti punk e new wave degli anni dal 1976 a 1980, di cui fanno parte la maggior parte dei gruppi menzionati.