La Guardia svizzera
Cinque secoli fa gli Svizzeri erano reclutati nelle file dell’esercito papale per la loro lealtà e le qualità militari. Da allora la Guardia svizzera, tutt’oggi nota per la sua professionalità e disciplina, ha il compito di garantire la sicurezza del Papa. Mentre l’uniforme e la missione della Guardia svizzera sono rimaste immutate nel corso dei secoli, l’addestramento e le armi in dotazione sono stati costantemente adeguati alle nuove esigenze.
Un esercito che non fa solo scena
Da oltre 500 anni la Guardia svizzera, nota anche per essere «l’esercito più piccolo del mondo», è al servizio del Papa in Vaticano. Per soddisfare nuove esigenze di sicurezza, è stato deciso di portare il contingente da 110 a 135 unità nel 2015. Insieme alla Gendarmeria vaticana, la Guardia svizzera è responsabile della sicurezza del Pontefice all’interno e all’esterno dello Stato della Città del Vaticano e accompagna Papa Francesco, che è conosciuto per essere di carattere socievole, in tutte le sue uscite pubbliche.
Oltre alla sicurezza, i compiti delle guardie svizzere comprendono anche alcuni servizi di onore, come la presenza durante udienze e ricevimenti. Tuttavia non bisogna lasciarsi ingannare dall’uniforme variopinta: in caso di necessità, gli alabardieri devono essere pronti a difendere il Pontefice con la massima rapidità.
«Acriter et fideliter»: con coraggio e fedeltà
In virtù del loro coraggio, dell’animo nobile e della loro fedeltà, i soldati svizzeri erano ritenuti invincibili. Ancora oggi la Guardia svizzera assolve i propri compiti richiamandosi al motto «Acriter et fideliter», ovvero con coraggio e fedeltà. Non deve pertanto stupire se, nel XVI secolo, il Papa scelse di farsi difendere da mercenari svizzeri. Ricorda Pierre-Yves Fux, ambasciatore svizzero presso la Santa Sede dal 2014 al 2018, che a quei tempi gli Svizzeri erano reclutati soprattutto per la loro lealtà e le qualità militari.
La data ufficiale di fondazione della Guardia svizzera pontificia è il 22 gennaio 1506. Quel giorno, 150 Svizzeri provenienti dal Cantone di Uri marciarono su Roma ed entrarono per la prima volta in Vaticano, dove ottennero la benedizione di Giulio II. La cerimonia di giuramento delle nuove reclute si tiene invece ogni anno il 6 maggio, altra data storica: in quel giorno del 1527, 147 guardie svizzere sacrificarono la propria vita per difendere Papa Clemente VII durante il cosiddetto sacco di Roma.
Come si diventa guardia svizzera?
Per entrare nelle file dell’esercito del Papa bisogna soddisfare requisiti severi: oltre ad aver prestato il servizio militare svizzero, i candidati devono essere cattolici praticanti e avere un’altezza di almeno 1,74m. Per la calma stoica e la competenza con cui le guardie svizzere svolgono i propri compiti, oltre ai requisiti formali sono richiesti disciplina, rispetto e professionalità. Le reclute, il cui servizio dura almeno due anni, ricevono una preparazione e un addestramento in Svizzera e in Vaticano.
Con le loro inconfondibili uniformi, le guardie svizzere infondono vita e vivacità alla storica cornice di Città del Vaticano, patrimonio mondiale dell’UNESCO. Spiccano in particolare le sgargianti uniformi di foggia rinascimentale, di colore blu, giallo e rosso e completate dall’elmetto piumato, che vengono indossate ancora oggi. Nel periodo di addestramento, nei turni di notte e nei giorni feriali all’ingresso della Porta di Sant’Anna, le guardie portano un’uniforme più sobria di colore blu.
La Guardia svizzera tra passato e presente
Queste uniformi tradizionali sono indossate oggi da giovani Svizzeri di buona formazione militare che, a cinque secoli di distanza, portano avanti la tradizione della Guardia svizzera. Che cosa hanno ancora in comune con i mercenari del XVI secolo? Sicuramente l’essere pronti a sacrificare la propria vita per il sommo pontefice della Chiesa cattolica romana. Inoltre una guardia svizzera deve dare prova di valori ancora oggi imprescindibili: affidabilità, fedeltà e senso del dovere.
Per il resto, i compiti e l’aspetto delle guardie svizzere sono rimasti immutati nel corso degli anni. Tuttavia è essenziale che le armi in dotazione e l’addestramento vengano adeguati alle esigenze del presente, affinché anche «l’esercito più piccolo del mondo» possa essere costantemente al passo dei tempi sul piano della sicurezza e della difesa. Oltre a spada e alabarda – che si prestano decisamente come soggetti per una fotografia – le guardie svizzere sono munite anche di spray urticanti e armi da fuoco per le situazioni di emergenza.
Il segreto del successo: tradizione e innovazione
L’avanzare della modernità e delle nuove tecnologie non si ferma davanti alla Guardia svizzera. Ad alcuni soldati sono stati forniti nuovi elmetti, prodotti da un’azienda svizzera grazie a una stampante 3D. Gli elmetti, che pesano 570 grammi, sono più leggeri e più comodi da indossare rispetto ai modelli in metallo del XVI secolo.
Secondo l’ambasciatore Pierre-Yves Fux questo incontro tra innovazione e tradizione, che la Svizzera conosce anche in altri campi, è una prova del continuo impegno del nostro Paese per la sicurezza in Vaticano. L’apertura costante nei confronti del cambiamento e, al contempo, la volontà di preservare i valori essenziali sono il segreto del successo di questa istituzione pluricentenaria.
Il 21 giugno 2018 una delegazione del Consiglio federale ha ricevuto Papa Francesco in visita in Svizzera. Era accompagnato da un distaccamento della Guardia.